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Lucca 2019, a seconda dei punti di vista

Cosa ne pensiamo dell’ultima edizione, in poche parole

Giochi

Davide: Il padiglione Carducci è una gigantesca struttura che viene allestita subito fuori dalle mura di Lucca e ospita, nel contesto della fiera, la Mecca per gli appassionati dei giochi. Raccogliendo un bacino d’utenza cospicuo, rappresenta un momento ideale per presentare le novità e anche quest’anno così è stato. Super novità? Poche e nemmeno così super. Tolti il trenino dell’hype detto anche Tapestry, il graficamente pompato Everdell e l’altisonante King’s Dilemma, al menù ludico rimanevano molti contorni e minestre riscaldate. Se ci stiamo avviando verso un periodo di aridità creativa, se le idee sono state già tutte spremute o se è stata semplicemente una magra annata lo potremo dire solo in futuro.

Prima che mi additiate come pessimista cronico però, devo dire che anche la minestra riscaldata, se è ben impiattata e condita, fa la sua bella figura. In questa metafora culinaria fa capolino Glen More, un gioco del 2010, presentato a Lucca in una versione completamente rinnovata e arricchita da molte mini espansioni tanto da meritarsi l’aggiunta di un 2 al titolo. Un gioco che mi ha positivamente colpito sia per quanto riguarda il comparto grafico, frutto di un’attenzione sempre maggiore ai dettagli e di un motore di gioco ben rodato, funzionale e appagante. Sicuramente un’ottima minestra da avere sullo scaffale.

Pollice verso per Ishtar, Obscurio, Hadara e Couleurs de Paris, tutti con voti che vanno in sequenza dall’appena sufficiente fin giù al gravemente insufficiente con Nosedive, gioco che scade nel far diventare reale una situazione che l’omonima puntata di Black Mirror condannava.
Titoli apprezzati, ma ben lontani dall’eccellenza, Marvel Champions e a Sky of Stars. Il primo un buon gioco di carte che potrebbe dare grandi soddisfazioni agli appassionati più dei fumetti che dei cinecomic, purché siano disposti ad aprire generosamente il portafoglio a più riprese. Il secondo invece si colloca in un bel limbo fra i classici di immaginazione per immagini figli di Dixit e la sfilza di Roll&Write che di recente si stanno ammassando in ogni catalogo.

E le poche super novità?
Everdell: provato qualche round in extremis e ha lasciato la voglia di rigiocarlo. Sicuramente non una meccanica fresca, ma le meccaniche sembrano ben incastrate e il comparto componentistico/grafico è migliore che abbia mai visto in un gioco in scatola.
King’s Dilemma: fatta la demo e devo dire che l’idea di comprarlo per giocare l’intera campagna mi stuzzica, non fosse che ho percepito uno spettro di astrazione in alcune fasi di gioco che se fosse confermato rischierebbe di annullare il punto di forza del gioco, ovvero la parte narrativa.
Tapestry: il mio gusto estetico ha ripudiato le inutilissime statuine delle costruzioni, che sembrano uscite da un set dei Playmobil e inserite nel gioco giusto per farlo costare 30€ in più seguendo la moda del “più plastica è meglio”. Non ho avuto voglia di provarlo… forse un’altra volta.

Andrea: Quest'anno non così straordinari come quello passato, ma qualche novità interessante c'è. Ho molto apprezzato Marvel Champions, LCG a tema supereroistico da cui mi terrò tranquillamente alla larga, perché se finisco come per Magic: The Gathering, non vivo più. E già che parliamo di giochi di Richard Garfield, nota di merito per Bunny Kingdom, che mi ero lasciato indietro e ho finalmente avuto modo di provare.

Fabio: Mi ha piacevolmente sorpreso Western Legends, non la mia solita tipologia di giochi ma che mi ero segnato comunque di provare; Mi ha incuriosito davvero tanto Michael, di cui mi sono fatto spiegare velocemente le regole (ringrazio lo spiegatore che ha utilizzato la sua pausa per questo). Bello avere la possibilità di provare prototipi di autori già affermati, come Sabia che ci ha presentato Indians, che non vedo l’ora di vedere edito.

Organizzazione

Come tutti gli anni, la città era gremita di fanatici e simpatizzanti (i lucchesi sono solamente un ricordo). Anche quest'anno grandi record di ingressi, nonostante la pioggia scrosciante che ha inumidito la quasi totalità delle giornate di fiera: decine di migliaia di persone si sono indaffarate per le strade di Lucca e sulle mura, inondando padiglioni e piazze. E anche quest'anno, non c'è stata molta variazione nei luoghi e nell'organizzazione: tutto magnificamente gestito come sempre, ma non ancora bene al punto da ridurre code e ingorghi.
Purtroppo la città resta (relativamente) piccola per questo genere di iniziative, e il risultato è che nemmeno 2 giorni di fila sono sufficienti a vedere più di qualche padiglione. Rintanarsi al Carducci per giocare fino allo sfinimento, quindi, resta sempre la scelta migliore: meno scarpinare, più sedie, molto tempo passato a bighellonare... se non fosse per le eterne code che si vanno a creare.
Ebbene, non bastano i 400 e rotti tavoli dell'area Games a ospitare le mandrie di ludomaniaci che si sono affacciati alla fiera senza obbligare ad una persistente ed ostinata “caccia al tavolo”. Anche passando da tavolo a tavolo, addocchiando i giochi più rapidi (ma non per forza quelli desiderati), piazzandosi strategicamente per coprire il più possibile, non sono risuscito a provare più di qualche manciata di giochi. Per fortuna esistono ancora delle isole felici che in pochi conoscono (un grazie alla Tana di Pisa, che ci ha ospitato [link instagram] per qualche partita).
Anche spostarsi da un tavolo all'altro è problematico: i corridoi sono sempre stretti e obbligano al proverbiale passo di lumaca, e girando in gruppo è facile perdersi... Ma per giocare in una delle più meravigliose fiere del mondo, questo ed altro (meno male che non sono agorafobico).
Una piccola nota di fondo: ma, i prezzi di vendita? Non capirò mai come mai, in fiera, tocchi sempre pagare come acquistando da un qualsiasi negozio. Va bene le super-novità, ma il prezzo di listino su giochi che sono già vecchi di anni? Valli a capire... beh, benedetti siano gli outlet! Almeno c'è sempre qualcosa da trovare, per i più intraprendenti.

Il mio primo anno a Lucca Comics&Games ho deciso di fare un giretto per la città. Mai più. Caos da paura anche solo per fare qualche passo sulle mura. Per poi vedere cose che non mi interessano… beh per me Lucca è solo Games, anzi Boardgames. Il fatto che il padiglione Carducci sia fuori dalle mura e abbia un accesso dedicato è il top per me. Niente coda per entrare e un tetto sopra la testa per tutto il giorno. L’unico lato negativo della pioggia torrenziale è che molti si riversano nei padiglioni giusto per ripararsi, intasando lo spazio per le persone che sono effettivamente interessate agli stand. Mi chiedo perché non vengano allestiti altri padiglioni esterni alla cinta muraria visto che il posto c’è. Questo permetterebbe di diluire le folle... forse… chissà...

Quest’anno meno controlli (fortunatamente), che avrebbero rallentato ancora il tutto, ma l’entrata del Padiglione spostato rispetto all’anno scorso non so ancora dire se sia meglio o peggio. Mi sorprende sempre come riescano a stipare più di 80.000 persone in una così piccola città e riuscire comunque a lasciarla vivibile. Purtroppo la pioggia e quindi il periodo della manifestazione è un problema molto sentito, tant’è che molti chiedono uno spostamento dell’evento ad una settimana meno propensa al maltempo. Non credo sia una cosa fattibile. Quest’anno sembrava ci fossero pochi tavoli per provare le cose, rispetto allo spazio che alcuni stand dedicano alla vendita.

Esperienza

Quest’anno è stata la mia seconda Lucca… la mia seconda Lucca come giocatore, perché al Lucca Comics & Games ci ho partecipato anche per 3 anni di seguito una cosa come 14 anni fa. Non è la stessa Lucca.
Come l’anno scorso la scelta per me ricade su un unico giorno (purtroppo) e questo è già un grande limite per chi, come me, è appassionato soprattutto di giochi da tavolo, perché se andassi soprattutto per comprare fumetti, farmeli firmare, acquistare qualche gadget o fare un giro ammirando cosplay e novità del mondo nerd in generale un giorno sarebbe più che soddisfacente.
Infatti ricordo che quando, anni or sono, ci recavamo con il mio gruppo in quel di Lucca, soprattutto per visitare la fiera e comprare o vendere qualche fumetto, a poche ore dalla fine della giornata ci trovavamo a girare senza avere un’idea di cosa fare; insomma di tempo ce n’era alquanto. Vero, non era la Lucca di adesso. Ora, passando al lato oscuro dell’appassionato di Giochi da Tavolo, il problema del tempo non si pone.. anzi, penso che nemmeno i cinque giorni della kermesse mi avrebbero permesso di fare tutto quello che avrei voluto fare. Certo, mi avrebbero stancato e soddisfatto ma non avrei completato la lista di giochi da provare e cose da vedere.
Fortunatamente ora Lucca (e Play Modena) non sono le uniche occasioni per provare novità o giochi che non si conoscono: nascono sempre più realtà che organizzano serate per divulgare questo fantastico mondo e vengono organizzate anche manifestazioni che si ripropongono annualmente con dei buoni numeri.
Ma quindi perché Lucca? Perché farsi diverse ore di viaggio per stiparsi sotto un gigantesco tendone con entrate sempre più labirintiche, dove ti indirizzano come mucche al pascolo di qua, a sinistra, poi di là, biglietto! Braccialetto! Perché, che poi magari non trovi manco dove sederti per giocare? Perché, che il gioco che cercavi non è arrivato e sta in un container in mezzo al mare; e allora usciamo a prendere un po’ di… pioggia! Perché?
Io non so voi, ma non la prima volta e nemmeno la seconda; penso che ogni volta che entri nel Padiglione Carducci, ti inizi a sentire a casa, circondato da fratelli e sorelle con la stessa passione, alla ricerca dello stesso divertimento. Quest’anno ho provato pochi giochi: 5 ma in media con l’anno scorso e in media con la giornata che faccio a Modena, ma qui ti accorgi che non sei ad un evento dedicato, grazie ad alcune contaminazioni di stand non propriamente per gamer; anche l’utenza è diversa da quella di soli giocatori e oltre a notarlo vedendo il colorato e pittoresco pubblico che attraversa il padiglione, lo si può notare dalle proposte degli stand che, si tengono posto ai giochi di peso, ma espongono molti giochi per casual o che comunque attraggono in modo trasversale gli utenti della fiera.
Per i giocatori più scafati poi Lucca è all’inizio di quell’anno ludico che inizia con le novità proposte ad Essen. Le localizzazioni si fanno sempre più frenetiche; editori che scattano come Bolt per apparecchiare sulla nostra tavola giochi presentati pochi giorni prima su suolo tedesco; associazioni che possono vantare degli esploratori recatisi ad Essen e ritornati con un ricco bottino che fanno provare, alle volte imparando i giochi a tempo di record, le ultime uscite nelle ore serali, a fiera chiusa. A Lucca ti può capitare di sedere al tavolo con un maestro Muten, un Joker, un Jedi, un cantante di una band rock demenziale, oppure con chi, come te, appare semplicemente se stesso, diventando ogni volta quello che sogna di essere nel gioco.

Ogni anno mi domando se ne vale la pena, e ogni anno finisco per andarci. Alla fine, il bello della fiera è la compagnia: compensa più che di misura tutte le carenze, le piogge e gli imprevisti.

Ammettiamolo. Da piccoli l’evento più importante dell’anno scolastico era la gita. Il viaggio con i propri amichetti, quella sensazione di partire per un’avventura speciale e il poter staccare dalla monotonia con i propri amici anche solo per un giorno o due. La ricorrenza del viaggio a Lucca mi ricorda quelle sensazioni ed è sempre un piacere riuscire a tornare bambini.

Andrea, Davide e Fabio

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