Sono le 2 di notte. Ho appena concluso una serata ludica soddisfacente: nuovi giochi provati, entrambi belli e ho vinto un paio di partite. Mi metto nel letto, mi sento distrutto e non vedo l'ora di addormentarmi.
L'erede nel letto a fianco inizia a lamentarsi di qualcosa, ma ci pensa la moglie a calmarlo. Lui si acquieta e io chiudo gli occhi. Sogno, me ne accorgo subito perché improvvisamente nel letto sono solo e non mi trovo più in camera, ma in mezzo alle nuvole. In lontananza vedo il profilo di una città strana; è un'isola... un'isola che poggia sulle nuvole. Le case sembrano delle strane teiere con tante finestrelle Colorate (uh. attenti al Lupo) da cui continua a fuoriuscire acqua. Sul letto compaiono strani personaggi: uno sembra un mio vecchio compagno di classe: Ale; l'altro l'ho ribattezzato Babbo per la lunga barba. Al timone di quella che ormai era diventata una nave volante c'é una donna con un bel ombrellino viola, intenta a scrutare l'orizzonte. Sembra molto preoccupata e dice ad una ragazza con un cappello con dei buffi occhiali/binocolo, posta davanti ad una specie di trombone, di tenersi pronta, perché stanno per arrivare. Mi preoccupo: chi o cosa sta arrivando?
Improvvisamente il cielo si oscura, uno stormo di strani uccelli blu con le ali dalle punte dorate minaccia il nostro viaggio. La donna al trombone ci soffia dentro come Gimli al Fosso di HElm e gli uccelli se la filano, spaventati dal terribile frastuono. Mi rigiro verso quella che doveva essere al comando, ma al posto del capitano ora c'è Ale e l'isola che stiamo per raggiungere sembra un paludoso stagno. Veniamo affiancati da un'altra nave volante con bandiere nere e lo stemma pirata. Curiosamente il Jolly Roger porta un cappelLo e questo mi ricorda tanto One Piece. I pirati ci minacciano ma Babbo è pronto e li allontana con una cannonata. Non li vediamo più, non vediamo più niente. Le nuvole ci hanno circondato. Ale mi guarda e come ai vecchi tempi ci capiamo al volo, tocca a me. Sì, ma a fare cosa? Mi guardo tra le mani e trovo un aggeggio strano, con un cannocchiale e leve strane; le mie mani si muovono quasi come sapessi cosa fare. Do indicazioni al mio capitano e in breve tempo siamo fuori dalle nuvole e atterriamo sull'isola stagno.
Ale mi fa cenno di mettermi al suo posto, sono contento. Un premio per essermi comportato bene.
Dalla postazione di capitano vedo meglio. C’è un'altra isola in lontananza! Ma sembra che una nuvola minacci fulmini e saette e in più i pirati sembrano essere tornati. Babbo ci saluta frettolosamente e scende dalla nave sull'isola stagno. Mi rattrista perdere un compagno di avventura. Partiamo con gli altri verso l'isola che mi ricorda le settimane passate in campeggio: un'amaca appesa al di sotto dell'isola nel vuoto, una tenda intorno ad un fuoco da campo e dellE case che ricordano più delle fattorie che delle abitazioni. Affronto le varie insidie come un vero capitano. Con determinazione do comandi rapidi e precisi a tutti e in poco tempo siamo al di fuori della tempesta di fulmini e sfuggiti ai pirati, senza aver subito nessun danno. Seppur mi sia comportato bene, arrivati all'isola campeggio mi vedo soffiare il posto dalla ragazza con gli occhiali binocolo, mentre la signora con l'ombrellino ci saluta e scende.
I pericoli si fanno sempre più minacciosi, ci troviamo circondati da due navi pirata e i fulmini sembrano passare sempre più vicino alla nostra imbarcazione. La ragazza al comando non riesce a gestire tutto e mentre un fulmine incendia una delle nostre ali, i pirati ne approfittano per cannoneggiarci dai lati. Fumo, fiamme, la nave sta per precipitare, mi spavento, urlo, ho paura. Guardo i miei compagni e loro sono stranamente tristi ma rassegnati, non hanno paura, non urlano, sembra che aspettino solo la fine.
Scendiamo sotto le nuvole e.... improvvisamente mi ritrovo su di un isola a forma di tronco cavo. La nave è aggiustata, come nuova; risalgono a bordo anche Babbo, con sottobraccio uno strano tavolino a forma di tartaruga e la donna dall'ombrellino viola che porta invece una strana scimmietta meccanica.
Ripartiamo con al comando proprio la signora con l'ombrellino, rivediamo le isole già viste in precedenza, Ale scende all'isola campeggio e, mentre Babbo è al comando precipitiamo per colpa degli uccelli blu, tornati coi rinforzi. Peccato perché l'isola che stavamo per raggiungere sembrava molto interessante: una Specie di fabbrica di cioccolato arabeggiante. Dopo esser precipitati si ripresenta il solito scenario: nave aggiustata all’isola tronco cavo e ci si ritrova con i compagni scesi che portano a bordo qualche strano oggetto.
Alcune volte qualcuno dei passeggeri fa anche qualche scherzetto buttando giù dalla nave qualcun' altro, ma alla fine sembriamo tutti dei vecchi amici che continuano a viaggiare. Mi sento talmente a mio agio che cadere nel vuoto con la nave non mi fa neanche più cosi paura. "Ci sto prendendo gusto col precipiTare" come canticchierebbe qualcuno. Sono ancora al comando della nave e stiamo per precipitare; i miei compagni si girano verso di me, guardandomi come per dire "capitano, oh mIo capitano". Io alzo le braccia al cielo e i miei compagni di avventura mi imitano e improvvisamente mi ritrovo su delle montagne russe (strano per me). Urliamo e scendiamo giù.
Mi sveglio un po' spaventato e un po' dispiaciuto per non vedere come continuerà il viaggio ma chissà nel prossimo sogno cosA accadrà. Chissà la mia testa dove mi porterà.
"Si possono sognare una moltitudine di giochi; ma quando si vuole davvero giocare bisogna svegliarsi per farlo."
- Sigmund Feld