Sicuramente la parte più difficile di un viaggio è la sveglia: per arrivare alla fiera di Modena ad orario di apertura, la partenza è stata fissata alle 6:30 da Trento. Una volta passata la scarica di adrenalina, gli spavaldi avventurosi che incontro in attesa del pullman si tramuteranno di certo in persone pronte al collasso. Con la puntualità tipica dei nerd non manca nessuno: si parte!
Non abbiamo neanche tempo di arrivare a Rovereto, dove il resto degli eroi ci aspetta, che il sonno dilaga nel pullman. Visto che il mio vicino di posto mi ha abbandonato per il prossimo paio d'ore, faccio un giro per il pullman. Due chiacchiere, e scopro i vari tipi di giocatori da fiera: gli iper-preparati, che si sono stampati un foglio stile bingo dove sono scritti i giochi da provare e dove trovarli; quelli che vengono alla fiera solo per fare scambi ed hanno un'agenda piena tutto il giorno, manco fossero businessmen; c'è chi propone di partecipare al torneo di Bang!, chi è completamente impreparato, e chi programma di girare a caso. Il gioco di cui si parla di più è sicuramente Avventure nella terra di mezzo, ambientato nel mondo de Il Signore degli Anelli, anche se ci sono delle perplessità.
Poche ore di viaggio e siamo già in coda alla fiera: siamo arrivati con un quarto d'ora di anticipo, ma è già pieno di gente, anche più degli altri anni. Per fortuna la coda scorre facilmente e, mentre ci facciamo delle domande sulle numerose comitive scolastiche di bambini (ma dove si nasconderanno?) entriamo finalmente nella fiera.
Il mio piano è semplice: finché è presto ed è ancora facile trovare posti ai giochi più interessanti, mi interessa solo giocare. Ci sarà tempo poi, per girare la fiera! Detto fatto, rapisco un collega e, in compagnia con tre simpatici sconosciuti iniziamo la nostra prima partita.
In Treasure Island un giocatore, che interpreta Long John Silver, ha nascosto un tesoro sull'isola: gli altri sono in competizione per scovarlo per primi. Bellissimi componenti, meccaniche intuitive, ma forse è un po’ lento se giocato in 5. Ed il finale rischia di essere un po’ casuale ed anticlimatico, penso. In questo caso, il collega scopre piuttosto presto il tesoro e la partita finisce lì, lasciando un po l'amaro in bocca.
Dopo un salto a recuperare la promo di Flamme Rouge (ed a salutare l'autore del gioco, Asger Harding, uno dei miei preferiti!) ci avviciniamo ad uno dei grandi pregi della fiera: l'enorme ludoteca organizzata da la Tana del Goblin. Con i miei occhi da elfo (più o meno) vedo all'orizzonte un gioco interessante, che non avevo mai avuto l'occasione di provare: raccolto un altro amico (incontrato per sbaglio all'occasione) facciamo una bella partita a Seasons.
Si tratta di un gioco di evocatori con un draft di dadi, di 4 tipi e colori diversi per rappresentare le stagioni, che permettono di raccogliere mana per giocare carte evocazioni. Gioco molto bello, ma aspettatevi grandi differenze di punteggio in base all'abilità dei giocatori. Nella mia partita un losco organizzatore di Ludimus ha doppiato entrambi gli altri giocatori, me compreso!
Dopo un giro nello stand dei giochi usati, mi separo dal gruppo e mi infilo in una partita di Fuji.
Si tratta di un gioco cooperativo in cui bisogna fuggire da un'eruzione vulcanica, cercando di non rimanere bruciati. Meccaniche cervellotiche ma molto originali, lo riproverei con più calma (e con giocatori che passano meno tempo al telefono!)
Dopo la pausa pranzo (numerosi gli stand di ristoro all'aperto, sicuramente di più degli anni precedenti) incrocio un altro compagno di viaggio con il quale facciamo una partita a Solenia: l'avevo nel mirino da tempo, questo titolo.
È un gioco semplice di completamento obiettivi, più tattico che strategico, ma molto carino da vedere e da giocare. Giocando carte sulla plancia si ottengono risorse, ma la plancia scorre e cambia col passare del tempo, e le carte hanno effetti diversi al piazzamento e quando cadono al di fuori della plancia. Sicuramente lo rivedrete in associazione, visto che me lo prenderò a breve!
La folla aumenta ed è giunto finalmente il momento di girare per gli stand. Faccio un salto da Haba, dove mi consigliano un bel gioco per il figlio di miei amici, ed esploro per bene i padiglioni. Mi aggrego ad un paio di altre compagne di viaggio e ci facciamo un giro a quei giochi che sono così brevi (o in alcuni casi, brutti!) che anche nel pieno del pomeriggio ci si trova spazio.
Ridiamo da matti con Pictomania: simil-Pictionary ideato da Vlaada Chvatil (l’autore di Nome in codice, per intenderci). Un bel gioco di disegni per quelli che, come me, fanno schifo a disegnare!
Proviamo Speedrone, un gioco che o ci è stato spiegato male, oppure semplicemente non funziona.
Ci disperiamo per Jumanji: bellissima scatola, gioco assolutamente tremendo.
Nimble, all'apparenza un Dobble rivisitato, ci porta al limite della follia in soli 5 minuti. Provatelo una volta se ne avete occasione, ho trovato l'esperienza molto più lovecraftiana di tanti altri giochi...
Ci stiamo avvicinando alla seconda parte del pomeriggio e si ricominciano a vedere tavoli liberi! Proviamo Race for El Dorado, nominato al gioco dell'anno 2017, un semplice deck-builder in cui l'obiettivo è arrivare ad El Dorado prima degli altri. Molto più infame di quanto sembrasse all'inizio, ci siamo divertiti fino all'entusiasmante finale (entusiasmante soprattutto per me che sono arrivato primo!)
Riusciamo anche a provare Ciarlatani di Quedlinburgo, uno dei giochi su cui avevo più aspettative: meccaniche semplici (estrai ingredienti da un sacco, se vai avanti troppo rischi di fare esplodere la pozione), poca interazione fra i giocatori ma abbastanza breve (e divertente) da farselo perdonare. Peccato solo non aver potuto provare la partita intera, ma cosa potevamo farci? C'era la coda per giocarci tutto il giorno: la scelta dell'editore di sbolognare i giocatori il più in fretta possibile è stata molto comprensibile.
Ultimo gioco della giornata è Roll Player: crei il tuo personaggio fantasy piazzando dadi di vari colori cercando di centrare gli obiettivi stabiliti dalle tue carte classi, orientamento e background. Molto puzzle, mi ha ricordato Sagrada, altro gioco di piazzamento dadi che apprezzo molto.
Infine, visto che volevo portarmi a casa qualcosa come ricordo, faccio un salto in uno dei negozietti alla fiera e, 5 minuti prima della chiusura, scovo una espansione per K2. Missione compiuta!
All'uscita della fiera ci siamo tutti (difficile essere in ritardo quando ci si trova dopo la chiusura), rivedo gente che non ho incrociato nelle 11 ore di fiera (ma quanti giochi hai comprato?), un attimo di paura per una macchina fotografica scomparsa che poi viene ritrovata in extremis, e ci si avvia verso la strada del ritorno.
Come potete immaginare, tutti quanti sul bus hanno le loro storie da raccontare: storie di giochi provati, di giochi comprati, di giochi scambiati o schifati. Incredibilmente la gente sembra quasi più sveglia che all'andata! Ma niente paura, prima di Trento arriverà il collasso per tutti.
Quello che mi colpisce di più è la varietà di esperienze che hanno avuto i miei compagni di viaggio. Alcuni si sono dedicati a specifici generi: c'è chi ha provato tanti astratti da due giocatori, chi si è dedicato a pochi giochi complessi e lunghi, chi ha provato giochi di ruolo.
Ricevono commenti positivi il nuovo Azul: le vetrate di Sintra, anche se divergenti su quanto valga la pena comprarlo se hai già l'originale Azul. Piaciuto Ceylon, un gestionale sulle piantagioni di te, Spyfall , un party game in cui tutti i giocatori conoscono il luogo dove si trovano tranne un traditore, Monkey Temple, Cryptid, Sangue reale e moltissimi altri giochi. Sono stati apprezzatissimi i piccoli giochi della Helvetiq, descritti come esempi del tipo di giochi di piccoli editori che è possibile provare solo in fiera.
Ecco, va detto che se all'andata il gioco più gettonato era Avventure nella Terra di Mezzo, e alla fine nessuno di noi ci ha giocato. Anzi, c'è chi del proprio programma non è riuscito a giocare proprio a nulla. "Kingsburg è un bel gioco, sono contento di averlo provato, certo che se l'avessi provato a Ludimus invece che alla Play ero più contento" si lamenta scoraggiato uno dei viaggiatori. Ed effettivamente questo è successo a molti di noi: nessuno ha giocato neanche a Wingspan, alcuni tavoli erano prenotati tutto il giorno e pochi sono riusciti a provare le grandi novità.
Ma dopotutto questa è stata una delle critiche maggiori che ho raccolto mentre il nostro pullmino correva verso nord: poche novità (gran parte dei giochi erano usciti allo scorso Essen), poche offerte, pochi ospiti e poche promo. Ma questo non significa che sia stata una delusione. Dal punto di vista logistico la fiera è stata organizzata molto meglio delle scorse edizioni, i padiglioni erano ben disposti e c'era spazio per muoversi anche nell'ora di più punta. Forse grazie anche alle temperature più moderate, si riusciva addirittura a respirare ed il risultato è stata un'esperienza molto più piacevole. "Il bello della fiera è l'atmosfera, non provare giochi" mi dice un collega, che ha passato la giornata in giro a fare scambi. Io, dall'alto dei miei 11 giochi provati, di cui almeno 7/8 meritevoli, annuisco con estrema condiscendenza e torno al mio posto. Mentre dietro di me inizia ad aumentare il silenzio, chiacchiero ancora un poco con chi è rimasto sveglio.
All'arrivo a Trento sono passate 16 ore dalla nostra partenza e, di queste, 11 le abbiamo passate in fiera. Che sia stato per comprare giochi, scambiare giochi, provare giochi o anche solo guardare giochi da tavolo, siamo stati circondati per tutta la giornata da 10/15 mila altri appassionati. E c'è da dire che per un po’, dopo questa giornata, le serate di gioco dell'associazione non sembreranno più così affollate.
Se siete curiosi di vedere tutte le foto fatte in fiera, potete trovarle sul nostro album Facebook!